Cosa fa del
Dr Gregory House un grande connettore? Cosa accomuna questo personaggio e il suo alter ego, l’attore Hugh Laurie, ai grandi hub del World Wide Web?
Da alcuni mesi il
Dr House è diventato, nel cuore e nell’immaginario degli italiani,
ma soprattutto delle italiane, quello che fino a poco tempo prima era un posto riservato ad altri sex symbol, come Brad Pitt. Con il suo 19,25% di share e oltre 5.000.000 di fan solo in Italia ha surclassato ogni attore del piccolo schermo.
In questo articolo cercherò di spiegare, aiutandomi con la ben nota
legge di potenza, già citata in un precedente articolo, perché il lunatico personaggio del Dr House ha potuto scalzare l’ottimo posizionamento di Brad Pitt all’interno della rete sociale formata dagli individui femminili che seguono i ben noti telefilm.
Si tratta di dimostrare che alcune reti, più precisamente le reti a invarianza di scala, hanno un comportamento analogo.
E di dimostrare quindi che il
Dr House si comporta come un
grande connettore, esattamente come fanno
hub come
Google o
YouTube nella rete del World Wide Web.
I GRANDI CONNETTORI SONO IL COLLANTE DELLE RETI A INVARIANZA DI SCALACosa accomuna gruppi diversi, come le scelte di relazioni sessuali tra individui, le interazioni tra proteine in un batterio, le citazioni nelle pubblicazioni scientifiche, gruppi di scienziati coautori di articoli, i malati di AIDS o di SARS, i rapporti preda-predatori in un ecosistema isolato (come ad esempio gli animali di uno stagno), le relazioni tra gli attori di Hollywood che hanno recitato insieme, Internet e il World Wide Web?
Diciamo innanzitutto che sono tutti reti con una struttura non casuale, ma comune e universale. Dietro una apparente casualità traspare invece molto ordine. Sono, cioè, tipi di reti che potremmo chiamare
“aristocratiche”. Ovvero, in queste reti, solo un numero ristretto di elementi ha un numero altissimo di connessioni. Mentre la stragrande maggioranza si spartisce i pochi collegamenti rimasti con gli altri componenti della rete.
Prendiamo ad esempio la regola che determina le
scelte sessuali tra individui. In un gruppo anche numeroso di persone sono pochi quelli che possono vantare di aver avuto legami di tipo amoroso con un numero molto alto di partner, diciamo centinaia. Viceversa, la maggior parte di uomini e donne di quel gruppo potrà dimostrare relazioni al massimo non superiore a 4-5 individui.
Nel contesto sessuale, cioè, gli individui iperconessi sono quelli che
Malcom Gladwell,nominato nel 2005 da Time come uno dei 100 uomini più influenti al mondo, nel suo libro
The Tipping point (trad.
Il punto critico) [1], definisce i connettori: i rarissimi uomini e donne socialmente iperattivi che tengono unita una rete sociale.
Anche in un
ecosistema sono presenti connettori: il legame fra le specie è rappresentato dall’essere preda o predatore. È quindi possibile pianificarne la salvaguardia puntando su alcune specie, ossia sugli elementi chiave della catena.
In
economia solo alcune multinazionali sono i veri connettori della rete capaci di influenzare l’andamento borsistico di moltissime altre aziende, anche di settori diversi.
I legami interni a tale rete influiscono sulla comunità economico-finanziaria.
Lo stesso potremmo dire di pochi
attori di Hollywood i quali da soli possono vantare un elenco interminabile di presenze cinematografiche mentre la maggior parte degli attori partecipano a pochi film e creano poche connessioni (parti recitate insieme) con altri colleghi.
Negli
scambi proteici cellulari la maggior parte dei nodi che rappresentano il substrato chimico della cellula, i link appunto, ovvero le reazioni bio-chimiche tra elementi, sono presenti solo tra un numero ristretto di proteine.
Nelle
pubblicazioni scientifiche, poi, le citazioni riportano con più frequenza gli stessi nomi, solitamente di autori maggiormente noti nel panorama scientifico, sia per il loro prestigio intellettuale che per l’importanza delle loro ricerche.
E infine su
Internet e nel
World Wide Web sono pochissimi gli hub che si accaparrano la maggior parte dei link, mentre a oltre il 90 percento dei rimanenti non resta che spartirsi le briciole.
Da questi primi esempi scopriamo che le leggi di potenza sono molto diffuse in natura: ovvero i nodi, gli hub, gli individui più importanti della rete, cioè i connettori, dimostrano di avere una maggiore attività sessuale, sociale, economica, biologica, interattiva, e così via, a seconda della rete di appartenenza.
La
curva della legge di potenza (vedi grafico) ha quella che viene anche definita una “
coda lunga”, ovvero le probabilità di trovare un nodo con un altissimo numero di connessioni sono molto più elevate rispetto a quelle di una curva statistica “normale” a campana. L’80%-90% delle connessioni della rete fa capo cioè a una piccola percentuale di nodi.
Nei fenomeni naturali la distribuzione degli individui si distribuisce solitamente in un range descritto da una curva, definita normale. Ad esempio in una popolazione l’altezza più frequente, quella descritta dall’80-90% degli individui, si distribuisce in un campo centrale molto attrattivo.
La legge di potenza invece è descritta da una curva che presenta un picco massimo in corrispondenza di pochi connettori. Pochi individui hanno la maggiore probabilità di essere trovati mentre la maggior parte degli individui possiede una bassa attrattività.
Insomma, nella rete degli attori del piccolo schermo trovare un altro connettori con le caratteristiche simili al Dr House è molto raro e se si cerca un uomo con le sue capacità la ricerca finisce sempre per arrivare a lui.
Nello stesso modo è molto più facile, navigando a caso, arrivare sul Web su un grande connettori, come Google o YouTube mentre è molto meno probabile approdare alla pagina che in questo momento state leggendo, che ha un grado di attrattività estremamente più basso dei grandi hub con PageRank più elevato.
INTERNET NON E’ DEMOCRATICAI connettori, che sono gli individui più ricchi di legami nella rete, aumentano dunque la loro ricchezza di link grazie alle proprie capacità di relazione secondo una legge di potenza.
La legge di potenza ci dice che più connessioni ha un nodo, un sito internet ad esempio, più ne avrà in futuro. E questo a discapito di chi ha meno legami.
Internet,
al contrario di quanto ancora qualcuno pensa, è tutt’altro che democratica: come il World Wide Web anche Internet è una rete
aristocratica.
Il fatto che chiunque abbia la libertà di poter esprimere la propria opinione nella grande rete, di pubblicare un proprio blog, il proprio sito, e di scrivere la propria storia può dare la pura illusione che ogni pagina abbia la stessa probabilità di essere letta. Quasi tutti i motori di ricerca, però, indicizzano i siti in base alla popolarità e non alla democraticità dei contenuti.
Due scienziati,
Steve Laurence e Lee Giles, furono i primi a rilevare
[2] che di solito trascorrono parecchi mesi prima che nei motori di ricerca compaiano delle nuove pagine web.
Ad esempio questo capita soprattutto alle new entry, cioè ai siti di più recente costruzione.
Questo avviene perché quando si cerca un argomento con un motore di ricerca come ad esempio Google, in realtà
non si cerca realmente sul Web, ma nell’indice di Google del Web.
L’indice viene aggiornato con regolarità per fare in modo che si mantenga al passo con la crescita di Internet, ma segue una regola assolutamente
non democratica: più la pagina è popolare (più alto cioè è il suo PageRank) prima viene inclusa, sicché le nuove, anche se hanno un contenuto eccellente, faticheranno a farsi conoscere.
In un mondo interconnesso come il Web sono le pagine più popolari che tenderanno a essere più note. La probabilità di accedere a una qualsiasi informazione, dunque, non è casuale.
Così, che si usi o no un motore di ricerca, se si crea un proprio sito web e vi si aggiungono link con altri siti, tali siti tenderanno a essere quelli più noti
In altre parole, i più popolari diventano ancora più popolari: i ricchi diventano ancora più ricchi confermando quella legge di potenza, più volte citata in questi articoli.
IL MODELLO A INVARIANZA DI SCALA NON E’ PIU’ SUFFICIENTE A SPIEGARE LA NASCITA DI NUOVI CONNETTORIEppure questo modello non spiega tutte le relazioni di queste reti, non spiega ad esempio perché ad un tratto nascano dei nuovi connettori dal nulla, hub come YouTube o Flicker, cioè nuovi nodi entrati recentemente da dominatori nel calderone mediatico connettivo.
Non spiega perché il Dr House, entrato da poco a cullare i sogni delle italiane, è diventato in poco tempo un sex symbol, un connettore ben più importante di attori già noti come Brad Pitt, oscurando persino la popolarità di quest’ultimo.
Per questo, cioè per spiegare perché nelle reti a invarianza di scala come
il Web alcuni grandi connettori perdono la loro efficacia mentre dei nuovi prendono il loro posto, la ricercatrice in fisica teorica Ginestra Bianconi ha introdotto un nuovo parametro η che spiega come la “prestanza” di un nodo, ovvero la sua “fitness”, ne influenza la popolarità.
Quando un sito internet possiede una fitness η elevata, cioè aumenta nel tempo i suoi collegamenti con altre pagine della stessa rete, si comporta come fa un sex symbol nelle reti di relazioni sessuali tra individui: diventa un grande connettore.
La probabilità che un nuova pagina si connetta a una già presente nella rete dipende dunque sia dalla connettività (cioè dal numero di link) che dalla fitness, secondo la seguente formula: